L’Accademia Tiberina – l’unica tra le consimili a potere accampare l’avallo di vari pontefici, con concessione in perpetuo del prestigioso stemma – considera di tutta utilità la presente rivisitazione in forma organica delle vicende che hanno visto la nascita e il consolidamento dell’Istituto culturale stesso nei suoi quasi due secoli di vita e cioè fino ai giorni nostri.

La genesi e il progressivo evolversi dell’Organismo attraverso le varie temperie socio-politiche, raccolte in ordinato excursus dal Consigliere giornalista e scrittore Olao Accorsi, costituiscono un esame approfondito di vicende e vicissitudini filtrate attraverso la proposizione metodica e cronologica di un portato culturale sul cui grado d’incisività e sulla valenza del quale non si insisterà mai a sufficienza.

Già dall’assunto primo dell’atto costitutivo del Sodalizio, fondato agli albori dell’800, si evince come lo stesso si ponesse lo scopo di “coltivare le scienze e le lettere latine ed italiane”; e, più in dettaglio, tutto ciò che riguardava l’Urbe, e gli studi storici su Roma.

E fu una larga messe d’allori quando non addirittura di primati; fra i titoli più ambiti il riconoscimento di “antesignana del classicismo in letterature del purismo in lingua italiana”, il che costituisce un aperto parallelo – per quanto indiretto – o, se si vuole, un affiancamento alla celebratissima Accademia della Crusca, tesa, certo da più secoli – ci si passi la parafrasi – “il più bel fiore a cogliere”, come dal noto suo motto.

Allora – si potrebbe da qualche parte obiettare – solo mera cronistoria?

Cronistoria, certamente; ma in ogni caso da tramandare e recepirsi nel modo più corretto e pertinente.

E non v’è dubbio che si possa parlare, a questo punto, di “gloria culturale”.

Una seduta accademica

Potrebbe bastare a questo titolo la citazione di alcuni dei nomi illustri che hanno onorato nel tempo, il Sodalizio Tiberino; e sono, per cominciare dagli scrittori, e filosofi, quelli di Massimo d’Azeglio, Alessandro Manzoni, René de Chateaubriand, Giovanni Papini, Benedetto Croce, Giovanni Gentile; degli scienziati, Guglielmo Marconi, Maria Curie, Enrico Fermi, dei musicisti Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Franz Listz, Ottorino Respigi, Licinio Refice, e, ancora, da artisti quali Antonio Canova, Marino Marini e Francesco Messina. L’elenco potrebbe continuare (e di fatto continuerà nel contesto) a voler citare pure illustri statisti e Uomini di Governo, e, a maggior lustro, ben cinque porporati di poi assurti alla Cattedra di S. Pietro, che vengono doverosamente menzionati col dovuto ossequio.

L’accentramento della cultura ufficiale avvenuto in Italia, a far tempo dagli anni trenta (e precisamente dal 1936) produsse l’incorporamento della “Tiberina”, così come dell’Accademia dei Lincei, nella Reale Accademia d’Italia. Alla cessazione di quest’ultima istituzione, ad opera di alcuni superstiti, la nostra Tiberina risorse a nuova vita e si ebbe, con tale “saldo” affermare la continuità storica dell’Istituzione, la quale, in data 5 aprile 1949, potè così essere restaurata “ab integro”, riprendendo la propria attività accademica ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana; attività protrattasi ininterrottamente per gli ormai cinquant’anni successivi.

Il volgere dell’ultimo cinquantennio, se ha portato inevitabilmente, per eventi naturali, a vari avvicendamenti ai vertici dell’accademia, non ne ha tuttavia alterato la linea sagacemente tracciata dai ricostitutori proprio al deliberato fine di non scalfirne la continuità.

Negli ultimi tempi l’Istituzione ha ripreso nuovo vigore; il suo funzionamento interno, nel pieno rispetto dell’illustre passato, è andato adeguandosi alle imprescindibili necessità poste, oltreché dalle nuove didattiche, dai progrediti processi di elaborazione; più generalmente, dai moderni sistemi di comunicazione introdotti – e ormai prevalenti ai vari livelli – dall’informatica.

Ne consegue un assetto operativo più rispondente alle esigenze di una consona impostazione delle attività, in promettente espansione sul piano internazionale. Pertanto la “Tiberina”, sorta nei primi dell’ottocento, si prepara così alla grande sfida degli anni Duemila, e ai fasti del “Giubileo del 2000”.