Bruna Rapetti

Presentazione

Bruna Rapetti è nata ad Acqui Terme, vive e dipinge a Torino.
Il suo percorso artistico, da autodidatta, è ricco di molteplici soddisfazioni.
Dal 2003 espone nelle prestigiose sale della Promotrice delle Belle Arti a Torino.
Sono molti i palazzi prestigiosi in cui ha esposto, tra questi: Palazzo Robellini, ad Acqui Terme;
Palazzo Ducale di Aglié; più recentemente Palazzo Zenobio, durante la Biennale di Venezia del 2019.
Ha esposto anche in molteplici musei sia in Italia che all’estero.
Presente al Museo MACS di Greccio, dove è stata anche vincitrice della Tela d’oro nel 2015 con l’opera “ La vie en rose “.
Convocata dalla dott.ssa Mattea Micello, storico e critico dell’Arte, per esporre nel 2017 al Museo di Storia Regionale di Blagoevgrad, Bulgaria.
Le sue opere sono reperibili in molteplici cataloghi d’arte di spessore.
Scelta per il catalogo Mondadori del 2018/2019.
La pittura di Bruna è molto apprezzata a livello internazionale.
Messa in evidenza nel 2017 anche attraverso canali stranieri, come radio National TV in Bulgaria, è presente nei cataloghi d’Arte depositati presso la biblioteca dell’Università I.A. Bunin di Yelets, Russia. Per incontrare il suo pubblico partecipa anche alle mostre mercato.
Recentemente ha esposto alla Fiera mercato Arte Genova ed alla Fiera mercato di Arte Padova.
La forte passione per l’arte le ha permesso di far nascere ad Acqui Terme, sua città d’origine, una Sala d’Arte e Cultura denominata “ L’ORIGINE “
Essa sorge nel centro storico della città termale ed è un punto focale di Arte Contemporanea nella cittadina di Acqui Terme in terra Unesco.

“L’ORIGINE”: Sala d’Arte e Cultura ubicata nel cuore storico di Acqui Terme!

L’idea di Bruna Rapetti, pittrice, di dare vita a uno spazio, per l’Arte e la Cultura, non poteva essere più appropriata e più felice.

Il termine indovinatissimo di “L’ORIGINE” racchiude, in una chiara sintesi concettuale, sia il primo palpito del cuore storico di Acqui, sia l’epicentro dell’attività artistica, proprio lì, in cima all’antica “Via dei Calderai”, che dalla Bollente conduce al Duomo.

Siamo all’angolo di Via Cardinal Raimondi 36, alla cui svolta, sulla destra, appare la suggestiva salita, al cui apice sta la maestosa Cattedrale, fondata da San Guido, nel 1067.

Nell’aprile 1796, presso “L’ORIGINE” passò pure Napoleone Bonaparte.

Il 19 marzo 1814 passò anche Pio VII, il quale si appoggiò ai muri “dell’ORIGINE” e, a fatica, lo spinsero fino al Duomo.

Oggi, nelle sale de “L’ORIGINE”si raccolgono:

mostre collettive, presentazione libri e cataloghi, conferenze ed estemporanee, pure diffuse nei luoghi più suggestivi della città termale di Acqui, nella terra Patrimonio dell’Unesco.

Tutto questo grazie a Bruna Rapetti, figlia naturale di Acqui Terme e adottiva di Torino, ispirata pittrice, che onora la nostra feconda terra.

Essa, con il preziosissimo ausilio del Critico d’Arte, prof.ssa Mattea Micello, di fama mondiale, imprime alla città di Acqui e a tutto l’Acquese l’impulso alla maggior gloria dell’Arte e della Cultura.

Sala D’Arte e Cultura

L’ORIGINE

“La Storia insegna che la nobilitazione dell’idea passa attraverso le forme artistiche, in particolari quelle delle Arti Figurative, vale a dire l’estetica maggiormente legata al piacere della vista.

La felicità umana risiede nell’idealità della bellezza !

Coloro, quindi, che spontaneamente entrano nella Sala d’Arte e di Cultura L’ORIGINE, in Acqui Terme, sono spinti da una gentilissima forma intuitiva, produttiva e volontaria.

Similmente come si entra dall’Orefice, per scegliere il gioiello che soddisfi la ricchezza materiale, si entra altrettanto nello splendore de L’ORIGINE, per scegliere le estasianti bellezze dell’ARTE, per la ricchezza e la felicità dell’ANIMA !”

Prof. Sergio Rapetti

Presidente della “Scientific and Cultural Promotion”

Dott. Domenico Taricco critico e storico d’Arte

scrive sul Corriere dell’Arte a proposito dell’opera L’Origine

L’Origine 2011 è un acrilico a tecnica mista realizzata su tavola in cui Bruna Rapetti rappresenta un disco solare al centro di un universo in espansione.

La forza evocativa del soggetto viene enfatizzato dalla potenza cromatica che esprime simbolicamente l’origine della vita cosmica attraverso la forza centrifuga di una stella colta nel suo divenire spaziale.

Colori e materia si condensano in agglomerati formali che prendono corpo e sostanza via vai che lo sguardo si muove nello spazio definito.

L’elemento circolare, posto appunto al centro dell’opera rinvia concettualmente ad un centro ipotetico in cui l’uomo è allusivamente escluso per ricomparire in potenza in un altrove: una sorta di al di qua in cui il realismo intellettivo di partenza viene affrontato razionalmente rinviando a schemi strutturali ed educativi che costituiscono l’aspetto inconscio dell’artista stessa….

“…. Bruna Rapetti estrapola le tinte, consolida le forme, incatena la sua poderosa gravità i colori, i riflessi e le ombre. La risultante di una simile tavolozza organica è lo specchio di luce dal quale l’animo si eleva”.

Fabrizio Legger scrive sul settimanale il Monviso:

“Interessanti i lavori di Bruna Rapetti, pieni di fantasia e vivacità creativa che spaziano dall’immaginario storico (come l’opera Chefren) a quello onirico (come l’opera “Meteorite”).

Sono opere di grande fascino che rivelano un singolare talento di vera artista”.

Professoressa Paola Lusso maestra d’Arte:

“Bruna Rapetti è una vera artista! Le sue opere esprimono ciò che ha nel cuore: le emozioni, i suoi sentimenti e la sua gioia.

Perseveranza, costanza, creatività e determinazione l’hanno sostenuta e guidata nel suo percorso artistico.

Energia, colore, vitalità e sincerità, traspaiono dalle sue opere.

Ogni frammento, ogni spazio colorato è un potente magnete che attira l’osservatore a sé coinvolgendolo in un armonico gioco di colori e di materia.

Quadri che pulsano e fremono così come la vita e la gioia che in essi è racchiusa”.

Guido Carlucci  il fondatore della corrente artistica “ Sensorialismo Materico “ ideatore  del museo MACS (Greccio – Rieti) 2012

scrive di Lei:

Bruna Rapetti, un percorso poliedrico dal paesaggio al ritratto e ottima copista, ha sentito esigenza interiore del cambiamento e le sue creazioni hanno cominciato a vibrare, materia e senso hanno preso possesso della tela.

Ha perfezionato l’uso della spatola e delle mani con la continua ricerca vicino al Maestro Guido Carlucci.

Oggi Bruna Rapetti abbraccia in pieno il Sensorialismo Materico e segna un attimo e un’eternità.

Bruna Rapetti proiettata alla storia dell’arte è una pura Sensorialista

La dott.ssa Mattea Micello
Critico e storico d’arte nel libro “Io sono come te“ così scrive:

Con l’artista Bruna Rapetti affrontiamo, mediante il suo sguardo interiore, un tema assai doloroso, ovvero, la perdita di un amico caro, di una persona a cui vogliamo bene.
L’opera, ad Anna, il vento dell’impermanenza è un lavoro di forte sensibilità, sia artistica che umana, poiché l’artista ricorda la sua amica perduta.
Alla scomparsa fisica viene incanalata una forte devozione, nutrita di speranza e fiducia di vita nell’atto di decedere, inteso come momento di passaggio per altre dimensioni.
Tra i colori, cogliamo una sorta di elaborazione del lutto. Siffatto processo, lo si trova corrente nella vita di alcuni artisti della storia dell’arte. Un libro del 1934, lo descrive ampiamente: “ la leggenda dell’artista “ scritto dallo psicoanalista ERNST KRIS e dallo Storico dell’Arte OTTO Kurz. Nel testo ritroviamo molti racconti sui pittori che hanno effigiato il caro deceduto, tra questi, l’Artista Luca Signorelli di epoca cinquecentesca che dipinse, il figlio perduto. Azioni riparatrici artistiche, prese in esame anche precedentemente, dal filosofo, neurologo e fondatore della psicoanalisi, SIGMUND FREUD, nel saggio, scritto nel 1917, Lutto e melanconia. Al ritratto del defunto, il pregevole psicoanalista, allega l’esigenza di una funzione riparativa e pertanto, notevole per elaborare e superare psicologicamente la pena connessa con la perdita del soggetto.
Questo concetto facente parte della psicologia dell’arte, oggi con BRUNA RAPETTI, assume vesti nuove. L’esigenza di onorare la persona cara resta immutabile, ciò nonostante, muta lo stile di raffigurazione, assumendo fattezze inedite d’impostazione. Il ritratto figurativo, fedele alla fisionomia del soggetto effigiato, cede il posto a splendidi e vitali compiture cromatiche, spartite da una sciolta pittura informale. In questa condizione di libertà assoluta pittorica, viene inciso il cammino dell’uomo, tra immanente e trascendente. La ricerca mistica trova il suo rituale sotto forma di colore, con lo scopo di raffigurare l’energia della persona cara persa. L’elaborazione del lutto si lega alle forze dell’universo. Ad essere rappresentata è l’energia di Anna che si connette con tutte le cose. Nell’opera l’elaborazione del lutto, in senso artistico, assume nuovi valori di rappresentazione. Bruna, affronta il tema della morte, ma le sue emozioni, benché dolorose, ritrovano la pace nella filosofia Buddista. Nella consapevolezza dell’impermanenza delle cose dove tutto quanto è composto di elementi soggetto alla nascita e quindi, a decadenza, l’artista scorge la gioia dell’assenza di un io eterno ed immutabile. Gli acrilici, distribuiti con la spatola, sono creatori di sottili venature, fulgidamente fungenti da pentagramma, per un canto cromatico positivo e ricco di speranza. I valori espressi tonali, sono energicamente accentuati dalla scelta del colore oro come campitura primaria. Molteplici riflessi dorati, diventano “ segno commemorativo “ pieno di considerazioni spirituali. La solenne tonalità dotata è Anna, la sua energia che, libera dalla materia, si sposa con le energie del cosmo. Il bianco, il rosso, il nero, il turchese sono picchiettati e leggermente sfumati. Non vi sono particolari zone ombra, l’artista mira a esaltare con la massima densità tutti i colori. È il trionfo rilucente delle tonalità, interpretato come vitalizzante. La malinconia della perdita, viene sostituita alla gioia infinita della vita che muta e si trasforma.

Tutte le opere di BRUNA RAPETTI qualsiasi sia la tecnica che abbraccia per la risoluzione dell’immagine conserva questa carica “atmosferica frizzante e ottimista. Codesto fulgore, traspare anche dalla poesia dedicata alla sua amica Anna. I toni si fanno melanconici, ma da quegli stessi toni, più si evolvono emozioni di gioia e speranza, per dare supporto a tale pensiero e di come l’artista ha fatto del dolore della perdita, la gioia di un nuovo incontro, ci dona anche una citazione buddista. Sono parole che rispecchiano il nucleo più segreto del suo cuore, la quale caccia ogni malumore, ogni dubbio e ogni angoscia, nella constatazione che nel suo essere reale vive il suo essere trascendentale, capace di svelare gli enigmi della nostra esistenza di cui l’opera “ ad Anna, il vento dell’impermanenza “ ne diviene il racconto più vero:

“ ……come passano rapidamente giorni Gli amici con i quali ammiriamo la fioritura dei ciliegi, una mattina di primavera sono spazzati via insieme ai fiori, dal vento dell’impermanenza, lasciando di se nient’altro che i loro nomi ……..”

( citazione di Nichiren Daishonin, Monaco buddista – Tratto dalla Lettera a Nike, 1280 )