Biografia

Arnaldo Baruffaldi, nasce a Castelfranco Emilia, il 14 ottobre 1957 dove risiede tuttora.
Dopo gli studi primari, frequenta vari corsi professionali, dai quali impara tecniche che in seguito, utilizzerà per le sue opere artistiche.
Come artista, ama a ragione peraltro, definirsi: Artigiano scultore e Artista del riciclo. Infatti, tutte le sue opere d’arte, peraltro molto richieste, sono manufatti, spesso su ordinazione, con solo materiali di riciclo, che vanno dal ferro al vetro o quanto altro possa essere riciclato al fine dell’arte. Quindi, un Artista Scultore con all’attivo oltre trenta mostre personali; dalle quali, tre opere sono state scelte per ricavarne tre monumenti. Inoltre, si cimenta a scrivere testi e poesie, con buoni apprezzamenti.
A parte appunto essere attualmente solo un Artista, oltre che padre di Marco, ovviamente come tutti, ha avuto anche una vita civile, ed anche piuttosto impegnativa.
Insignito recentemente, del titolo di Accademico Tiberino Associato, insieme al figlio Marco, che accompagna durante le sue esibizioni canore di Rapper o alle presentazioni dei suoi libri, musiche e testi, sempre rivolti alla lotta contro il bullismo.

Descrizione Opere

Si precisa che tutte le sculture di Arnaldo Baruffaldi, sono composte esclusivamente da materiali di scarto, derivati da recuperi in officine o discariche. Trombe da autocarro, tubolari derivanti da scaffali da ufficio, filo di ferro vario, il tutto, solo manipolato e senza effettuare tagli o modifiche particolari, non necessarie.
1) crocefisso dedicato ai lavoratori, come sempre, l’opera è stata realizza con materiali di recupero, le chiavi fisse facenti parte della croce, provengono dagli
attrezzi “vecchi di suo padre”, l’ingranaggio tagliato a metà, (con l’altra parte è stata fatta un altra opera) sta a significare l’uomo che è incastrato nel lavoro,
come tra l’altro la catena che lo tiene legato, significa che nella vita non occorre solo lavorare.
2) crocefisso realizzato con i tubolari di cui sopra, con questa sua opera, ha inteso innanzitutto usare tutto il materiare “tubolari” che aveva a disposizione
(ovvero senza tagliare nulla) realizzando un crocefisso minimale togliendo le parti cruente che di solito accompagnano le immagini sacre.
3) scultura contro la violenza sulle donne: La parte centrale che assomiglia vagamente al sesso femminile, non è altro che una tromba sonora che era posta
in cima ad un autocarro che ha subito un incidente. La fisicità della donna: “i tubolari”, sono parte di uno scaffale da ufficio di un notaio, i riccioli sono stati
tagliati di proposito, dall’artista, per creare la simulazione della peluria. Intendendo con la sua opera, mettere in evidenza il sesso femminile che sembra ben disponibile; ma notando le “gambe incrociate ” della scultura, che stanno a significare: si sono donna, ma non voglio…..
4) questa scultura realizzata con materiali di recupero non ha particolare bisogno di spiegazioni, è un alternativa al sacro.
Tutte le opere a seguire, non hanno bisogno di descrizione, in quanto il soggetto parla da se…..