Amici ,
Anzitutto ringrazio il Consiglio di Amministrazione di questa Accademia per aver deliberato il mio accoglimento nel suo seno in qualità di nuovo accademico .

Ringrazio pure l’Acc.Prof. Pino Buoncore per avermi per avermi proposto.

La mia affiliazione avviene in un momento di crescente conflitto tra le diverse civiltà . Tutti sappiamo che oggi il rapporto fra gli Stati è caratterizzato dalla tendenza a garantire la propria sicurezza attraverso l’accrescimento del proprio potere e mantenerlo , quando lo si ritiene necessario , anche con la violenza .

Così il mondo è entrato in una fase dove , avendo perduto ogni controllo , domina una sorta di anarchia , ed ognuno tende a far prevalere la sua SUA giustizia .

In questa mia breve allocuzione non mi è possibile esprimere il mio travaglio interiore nel constatare lo stato di crisi profonda in cui l’umanità si dibatte.

Posso però indicare, per sommi capi e prendendo in prestito l’immagine che gli esperti in materia ci forniscono , quali sono i fattori che sensibilizzano la mia sofferente presa di coscienza.

“ L’intensificarsi dei conflitti tribali , etnici e religiosi ; l’emergere e il diffondersi di organizzazioni criminali a ramificazione internazionale;l’aumento stratosferico del numero di rifugiati; la prolificazione delle armi nucleari e di altri strumenti di distruzione di massa ; il diffondersi del terrorismo internazionale : il moltiplicarsi di massacri e operazioni di pulizia etnica ; i significativi mutamenti del quadro politico mondiale che ci hanno fatto allontanare dai valori etici in generale ; l’organizzazione sociale dove i settori della giustizia , dell’insegnamento , della sanità ed altro , sono carenti di efficienza ; e , non ultimo , la perdita della omeostasi dell’organismo Terra dovuto ad un enorme prolungato abuso esercitato su di essa .

Queste immagini sono riferimenti parziali ; la lista com’è noto è molto , molto lunga. Però l’elemento fondamentale , quello che più mi crea sofferenza , è un altro.

Esso non si riferisce alla manifestazione esterna all’uomo ma all’uomo stesso.

Oggi , noi uomini , ci ritroviamo con le spalle al muro perché abbiamo perso coscienza dell’unità della vita che affratella tutti, dal minerale all’uomo , dalla Terra al Sistema Solare , alle Galassie , all’Universo intero in continui scambi interdipendenti .

Se vogliamo uscire dal caos in cui ci siamo cacciati è necessario imboccare la strada che ci può portare alla consapevolezza che l’Universo è UNO , che Uno è il Creatore e che tutte le Sue Creature , indipendentemente dal regno , la specie e dalla civiltà alla quale appartengono , sono fratelli .

Fino adesso la mia filosofia di vita si basava prevalentemente sulla convinzione che l’uomo non viene al mondo per “ fare “ ma per “essere”, per essere ciò che è : una creatura di Dio ; un fiore , piccolo o grande che sia , non importa se rosa o margherita , che esprime la sua natura .

Oggi, avendo preso coscienza della diffusa umana alienazione , mi sento stimolato a fare , oltre che ad essere ; a fare qualcosa sia per allargare ulteriormente la mia base coscienziale quanto per contribuire eventualmente, nei limiti delle mie possibilità, alla altrui stimolazione verso un maggior accostamento ai Principi Basilari che governano la vita .

I riferimenti sicuri certamente non mancano . Fra questi primeggia , senza alcun dubbio , l’insegnamento di Cristo. Vorrei seguirlo meglio; vorrei essere capace di metterlo maggiormente in pratica .

Sono certo che l’appartenenza alla Grande Famiglia della Pontificia Accademia Tiberina mi darà la possibilità di approfondire le mie conoscenze tanto da ridurre la mia attuale ignoranza e pervenire così , ad uno stato dove possa prevalere la “ condizione” amore piuttosto che il “ sentimento “ amore .

Ed è in questo spirito che oggi , giorno per me particolarmente festoso , abbraccio tutti i Fratelli Accademici e le loro famiglie , nonché tutte le autorità qui presenti .
Grazie a Tutti.