Stimati accademici e membri della Unione della Legion d’Oro, gentili ospiti, oggi è un giorno per me di serenità e speranza. Oggi consolidiamo la storia, i meriti e le fatiche del nostro sodalizio, proteggendolo per il futuro, con la costituzione della istituenda Accademia Tiberina, dalle avversità della vita ma, soprattutto, dall’ignoranza, dall’avidità e dall’egoismo umano. Lasciate però che io vi ponga una breve riflessione su quello che veramente vuol dire essere Accademici o membri della consorella unione della Legion d’oro. Prendo quindi in prestito le parole che aprono il commento della nostra storia: il 9 aprile 1813 da un gruppo di 26 privati cittadini, dotti e letterati di tutta Italia, residenti nell’URBE con lo scopo precipuo: (a) di coltivare le scienze e le lettere latine e italiane e, particolarmente, tutto ciò che riguardava l’Urbe e gli studi storici su Roma.
Coltivare le scienze: La parola «scienza» deriva dal latino scientia, che significa conoscenza, quindi a noi il compito di conoscere e quindi capire.
Coltivare le lettere latine e italiane: scrive il prof. Israel ordinario di storia della matematica all’università ” La Sapienza ” di Roma così recita in proposito:
La tecnologia di per sé, senza l’apporto delle conoscenze storiche , filosofiche e letterarie e senza quella fluidità mentale che si conquista attraverso lo studio del latino e del greco, è destinata a fallire. La cultura classica è da sempre un veicolo privilegiato per leggere il presente e per comprendere che le conquiste dell’umanità non sono definitive, ma occorre vegliare e analizzare ciò che abbiamo realizzato nel corso della storia per crescere e formarci come cittadini, dotati di spirito critico, consapevoli dei propri diritti e doveri.
Questo quindi il nostro scopo. Questa la nostra missione in questi tempi bui, stracolmi di egoismo, brutture, tradimenti, viltà e qualunquismo. Ma se questa è la nostra missione, vuol dire che un Accademico, un membro della Unione della Legion d’Oro, per ritenersi tale, deve operare con uno “stile” diverso. Uno stile che, esaltando questi valori, lo distingua in questa amena società che, dall’ essere, è passata all’avere, e che, per quell’avere, è disposta a tutto, anche a rinunciare alla propria anima. Un caro amico, un vero amico fraterno qui presente, alle mie manifestazioni di disagio nel dovermi confrontare ogni giorno con persone motivate solo dal guadagno, e per questo disposte a tutto, mi rispondeva che, purtroppo, in questo vivere di oggi, forse, quelli fuori dalla storia eravamo io e tuti quelli che credono ancora in valori come l’onore, l’amicizia, il rispetto, la fede, la patria. E che per questo, senza rinunciare al nostro credere, avrei/avremmo dovuto, per così dire, rassegnarci all’imperare di questa contro cultura e umanità. Io, consapevole comunque delle immense difficoltà e ostacoli che dovremo affrontare, credo invece, che tutti coloro che credono nei valori sopra enunciati debbano fare, uso un termine da coaching aziendale, squadra, muro, barriera a questo modo di vivere e pensare, ma non solo. Credo che noi si debbano reagire contrastando questo deprecabile modus vivendi, esteriorizzando pubblicamente il nostro o modo di vedere e di pensare, rivendicando i nostri valori e ideali come unica soluzione al guasto sociale. Lo capisco, è difficile e faticoso, e anche pericoloso. Certo è più facile rimanere celati dietro una apparente condivisione di questo malessere e mal vivere. Ma noi, oggi qui riuniti, siamo coloro che hanno condiviso i principi fondanti dell’Accademia e della Legion d’oro. Non credo, dal profondo del mio animo, che voi oggi siate qui per titolo effimero da attaccare sulla parete e che è, per sua naturale natura, destinato a rimanere nel nostro privato, ingiallendo e deteriorandosi con il tempo. Credo, e ne sono fermamente sicuro, che in ognuno di voi alberghi la sete della verità, della conoscenza e scienza. Credo che ognuno di voi condivida il disagio prima descritto. Ma credo anche che il non assumersi la responsabilità di questi valori, lasciandoli celati nel silenzio delle nostre case, sia davvero un grande e imperdonabile peccato. È il peccato dell’indifferenza, che rende colpevole chi, pur potendo cambiare, preferisce la falsa tranquillità lasciando agli altri l’onere di questa responsabilità. Amici, Accademici, membri della Unione della Legion d’Oro, il futuro, il futuro delle nostre famiglie, dei nostri figli e nipoti, è una nostra piena responsabilità che dobbiamo assolutamente assumere, quale impegno concreto per cambiare questa deriva, che altrimenti inghiottirà tutti digerendoci nel nulla. Quel 9 aprile 1813, ben consci del loro ruolo e responsabilità, Gioacchino Belli e e 26 privati cittadini, costituirono l’Accademia Tiberina perché divenisse un faro, un riferimento, un esempio per quei tempi e quelle genti. Errano i tempi, tempi di guerra e instabilità, in cui, per Napoleone, inizia, l’inesorabile disfatta e perdita dell’impero, che coinvolgerà tutti fronti, compreso quello italiano dove ben 50 mila soldati italiani sono chiamati a tener testa ai 70 mila austriaci comandati dal gen. Bellergarde.
Bene, in questi travagliati tempi, Belli e il gruppo dei 26 privati cittadini, non si sottraggono alle loro responsabilità, ma costituendo l’Accademia Tiberina, imbracciano le armi della cultura , della scienza e dello studio, delle lettere latine e italiane, perché intuiscono che è la sola conoscenza non disgiunta da una rinnovata coscienza che possono cambiare la società in cui stanno vivendo. Questa è la storia e la missione del nostro sodalizio, ma interrotta sino ad oggi. Certo vi sono stati momenti bui come quello in cui venne momentaneamente chiusa al fine di confluire nella Reale Accademia d’Italia, che operò dal 1929 al 1994, ma poi con la fine del regime risorse più forte di prima sotto la guida dell’illuminato Conte Igor Istomin. Alla sua morte fu chiamato l’illustrissimo primo presidente della Cassazione On. Dr. Tamburrino, il quale, non riuscendo a sostenerla dandole continuità e rinnovata operosità, chiese aiuto ad un eminente prelato dell’epoca. Un sacerdote, un monsignore, nelle grazie del potentissimo cardinale Oddi e di altri eminentissimi prelati che in quel tempo lo sorressero nel gravoso compito di far ripartire la Tiberina. Io lo conobbi, dopo pochi anni, nel pieno della sua influenza, e ben ricordo quanti si prostravano per avere un segno pubblico della sua amicizia o benevolenza. Ricordo un umo potente che non ha mai lesinato i suoi personali beni ed averi per il bene del sodalizio accademico. Ma ricordo anche chi, nel suo intervenuto momento di fragilità, tentò di tradirlo, di infangarne il nome, dimenticando tutto quello che egli aveva fatto per la Tiberina. Noi siamo uomini, e in quanto tali destinati all’errore, alla fragilità e disperazione quando le avversità si abbattono su di noi. Noi, e voglio con forza ricordarlo a noi tutti, siamo quelli del peccato originale, del tradimento per eccellenza, un tradimento che però ci è stato perdonato proprio nella santa Pasqua che abbiamo appena celebrato. Chi siamo quindi noi per condannare e giudicare gli errori altrui. Come possiamo sentenziare sull’altrui colpa, quando non ne abbiamo condiviso la vita, gli sforzi, i sacrifici, le gioie e i dolori? Questo spinse me, e pochissimi altri, alcuni qui presenti, a rimanere vicino a lui, combattendo per una verità e una continuità che oggi ci ha portato qui. Ecco perché oggi vi chiedo un grande e sincero applauso per quanto di buono ha fatto per l’Accademia Tiberina il mio predecessore Mons. Fernando Mariotti, oggi conferito ad una struttura di lunga degenza per una grave malattia degenerativa. I suoi errori, le sue debolezze, le sue cadute, sono nel giudizio di Dio e non di quattro miserabili, prezzolati ipocriti. Do ora lettura di parte del testo istitutivo della Accademia Tiberina che oggi noi tutti siamo qui inviatati a costituire. Prima però, con l’approvazione per alzata di mano dei presenti Accademici e Membri della Unione della Legion d’Oro, considero terminata la vocazione dell’Associazione Accademia Tiberina già pontifica, assumendo, con il vostro consenso, le azioni necessarie al fine di conferirla nella Fondazione.
Non essendovi voti contrari do seguito alla lettura di parte dello statuto della Accademia Tiberina risparmiandovi le parti meramente burocratiche ma leggendovi quelli che sono gli scopi fondanti Il testo completo lo potrete trovare sul nostro sito www.accademiatiberina.it
“Accademia Tiberina – ONLUS”
STATUTO
TITOLO I
COSTITUZIONE, DENOMINAZIONE, SEDE E SCOPI
Articolo 1 – (Costituzione e sede)
- E’ costituita la fondazione di diritto privato, denominata “Accademia Tiberina-Già PONTIFICIA per Secolare Avallo e Provvido Magistero di Illuminati Pontefici – ISTITUTO DI CULTURA UNIVERSITARIA E DI STUDI SUPERIORI- FONDATA A ROMA NEL 1813 DAL POETA ROMANO G. GIOACCHINO BELLI” , in breve anche “Accademia Tiberina – E.T.S. O.N.L.U.S.”,in conformità a quanto previsto ai sensi e per gli effetti del DECRETO LEGISLATIVO N° 117 DEL 13 LUGLIO 2017 e successive integrazioni e modificazioni che regolamenta gli ENTI operanti nel TERZO SETTORE;LA SUA QUALIFICAZIONE SARA’ CLASSIFICATA QUALE “ E.T.S. “ meglio noto come “O.N.L.U.S.” La qualificazione giuridica di ENTE DEL TERZO SETTORE discende dall’iscrizione al REGISTRO UNICO NAZIONALE(co.1,art 4 Cts)in fase di attivazione.
- La “Accademia Tiberina”, d’ora innanzi indicata come «Fondazione», è una organizzazione non lucrativa di utilità sociale, ente indipendente ed apartitico, senza finalità di lucro; il presente statuto, parte integrante dell’atto di fondazione, disciplina il funzionamento dell’ente.
Articolo 2 – (Scopo e attività della Fondazione)
- La Fondazione ha come scopo quello di:
- promuovere e svolgere attività di FORMAZIONE ED ISTRUZIONE MEDIA,SUPERIORE ED UNIVERSITARIA con iniziative di sostegno a favore di giovani meritevoli e in condizioni di disagio economico, anche mediante l’erogazione di borse di studio o altre liberalità; – promuovere e sostenere progetti di ricerca scientifica di interesse sociale particolarmente orientati all’approfondimento delle problematiche culturali, umanistiche, artistiche, giuridiche, politiche, economiche e sociali , da svolgersi mediante la costituzione di ISTITUTI SUPERIORI ED UNIVERSITA’,LIBERE E PRIVATE, per L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE UNIVERSITARIA in conformità alle vigenti norme, nazionali ed internazionali che regolano la materia ed operando d’intesa con università, enti di ricerca e altre istituzioni culturali nazionali ed internazionali, pubbliche e/o private,
- promuovere e sostenere progetti di imprenditorialità giovanile finalizzati allo sviluppo occupazionale onde consentire la valorizzazione dei territori ed una migliore coesione e convivenza sociale al fine di evitare, o limitare, quei flussi migratori incontrollati che, se non guidati ed integrati, potrebbero causare instabilità e disagio tra le genti di fede, costumi e culture diverse;
- promuovere e sostenere progetti di recupero e riqualificazione del patrimonio artistico, architettonico e ambientale, nazionale ed internazionale, con particolare attenzione allo sviluppo sostenibile dell’ambiente per la salvaguardia della natura.
- La Fondazione, che persegue esclusivamente finalità di solidarietà ed utilità sociale, opera nei settori della beneficenza, dell’istruzione e formazione, della tutela, promozione e valorizzazione dei beni d’interesse artistico e storico e della promozione della cultura e dell’arte e, a tal fine, effettua e promuove studi e ricerche, convegni, seminari di studio, dibattiti e tavole rotonde sui temi oggetto delle finalità della fondazione che, tra i quali, prevede anche l’erogazione di contributi e borse di studio a persone o enti meritevoli.
- La Fondazione collabora ad attività promosse da altri organismi pubblici e privati, italiani e stranieri.
PATRIMONIO, FONDATORI E PATROCINATORI
Articolo 5 – (Fondatori)
- Ciascuna persona fisica e giuridica, pubblica o privata, che ha partecipato alla costituzione della Fondazione, assume la qualifica di «Fondatore».
- Il presente statuto stabilisce i diritti ed i doveri che i Fondatori esercitano nella vita della Fondazione.
Articolo 6 – (Patrocinatori-ACCADEMICI TIBERINI)
- Ciascuna persona fisica e giuridica, pubblica o privata, che si obbliga ad erogare alla Fondazione, in ragione d’anno, il contributo stabilito dal Consiglio di Amministrazione assume la qualifica di «Patrocinatore-Accademico Tiberino», con i diritti ed i doveri stabiliti nello statuto, ricevendo, contestualmente al conferimento della donazione liberale, L’ATTESTAZIONE denominata “AZIONE TIBERINA” da utilizzarsi, in sede assembleare, secondo quanto previsto e disposto dallo statuto e dal regolamento attuativo, in fase di redazione, che attribuirà, ad ogni AZIONE TIBERINA, il valore individuale e/o collettivo per la nomina dei consiglieri d’amministrazione.
- La qualifica di Patrocinatore è confermata annualmente, previo accertamento dell’avvenuto pagamento del contributo annuale.
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