
E’ stata per anni la Segretaria per antonomasia del Sodalizio per sensibilità (e sensorietà) così vario per sua stessa natura; ma sapeva provvedere a tutto:
filtro regolatore, contemperatrice di interessi non sempre convergenti, maestra di fermezza laddove si fosse resa necessaria questa pur importante dote. Ferma sempre nei propositi, equo e pronto il giudizio.
E per quanto, con gli anni l’organo della vista le fosse stato pressoché azzerato, sapeva, “sentiva” tutto ciò che le accadeva intorno, perché, di fatto, era una sensitiva, e l’acuizione degli altri sensi compensava a sufficienza il calo dell’organo fattosi carente.
Gentile, cortese, dunque, ma ferma; tale il suo carattere. Sapeva recepire, smistare, distribuire compiti con misura e saggezza; aveva inoltre il dono di “sentire” le personalità che l’avvicinavano; e raramente sbagliava.
Per quel dono dell’intuizione che nella donna sempre si accentua quando addirittura non si esalta, da una somma di percezioni arcane, riusciva sempre a distinguere se la persona che le stava dinanzi era o meno un essere dotato. Aveva, in altre parole, il fiuto dell’intelligenza, e raramente si lasciava tentare dalla simpatia, che talvolta è fuorviante e … traditrice.
Silvia Ramini, duchessa Istomin, è nel vivo ricordo dei molti che hanno potuto goderne l’amicizia e la stima.