Filosofo, storico e critico (Pescasseroli, Aquila, 1861 —Napoli, 1952).
L’ assunto di fondo del pensiero crociano sta nell’assioma secondo il quale “La forma etica è attuazione dell’universale della realtà e avviene nel particolare; essa trova la sua massima espressione nella libertà”.
Tale concetto ha guidato il Croce anche nella sua attività politica e nella non condivisione dell’idea fascista.
“La storia, che non può essere universale esteriormente — egli afferma — ha il proprio carattere di conoscenza dell’universale attraverso l’indagine del particolare. Occorre inoltre — sostiene sempre il Croce — che la storia non venga trattata come una scienza naturale, perché è l’espressione stessa dello Spirito e non indice di categorie, non classificazione esteriore”
E in punto di estetica. Con l’arte “primo momento della spiritualità” (il momento estetico) lo spirito pone il mondo esterno e lo fa esistere proprio nell’esprimerlo. L’arte è pertanto intuizione, e da tale è indipendente dal pensiero, cosicché in essa viene a realizzarsi un momento della coscienza intuitiva distinto dalla logica. E qui entra in ballo allora la fantasia, la quale ha per tramite la conoscenza intuitiva che saggia l’individuale producendo immagini, mentre la conoscenza logica attinta attraverso l’intelletto, permette di conoscere l’universale col produrre concetti.
Ne consegue che il sentimento sta alla base dell’intuizione e quindi la “liricità” (sentimento) è condizione dell’arte, che non nasce dalle idee ma dai movimenti appassionati dell’animo umano.
Trascurando ora, per esigenze di concisione, la teoria crociana del bello e del brutto (altro capitolo estremamente interessante) si perviene alle forme fondamentali di espressione che, a detta del Maestro, sono quattro:
- l’espressione sentimentale immediata;
- l’espressione poetica;
- l’espressione prosastica;
- l’espressione oratoria.
E a conclusione del lungo discorso che Egli propone sul concetto dell’Arte, si ricava l’assioma secondo cui “L’arte più alta è anche l’arte più morale”; così come non esistono distinzioni o classificazioni in poesia, “perché la poesia, quando è tale, è solo poesia”.