(Varsavia, 1887 — Sancellemoz, 1934) — Fisica franco-polacca, consorte dello scienziato Pierre Curie (1859-1906) e sua collaboratrice.
Pierre Curie fu tra gli scopritori della radioattività, in ciò coadiuvato dalla moglie. Egli studiò i fenomeni piezoelettrici e iniziò le ricerche sui minerali radioattivi. Durante le sue sperimentazioni trovò che la radioattività della pechblenda, minerale di uranio, era cinque volte maggiore dell’uranio puro e pervenne alla conclusione che ciò si dovesse alla presenza di un elemento più radioattivo dell’uranio stesso.
I due Curie, cercarono allora insieme di isolare tale elemento, ancora sconosciuto, contenuto, come si è detto, nel minerale. Attraverso il frazionamento metodico del materiale — lavoro che comportò anni di ricerche — riuscirono alla fine a concentrare l’elemento ignoto; e continuando a separare dalla pecblenda del cloruro di bario fortemente radioattivo, pervennero dopo armi ed anni, all’isolamento del bromuro e del cloruro del nuovo elemento, che denominarono Radio. Basti pensare, al riguardo, che da una tonnellata di pechblenda essi ottennero solo un decigrammo di radio; ma con questo poterono comunque accertarne le proprietà fisiche e chimiche.
Per l’enorme importanza della loro scoperta scientifica, i Curie ebbero, nel 1903, il “Nobel” per la Fisica.
Venuto a morte il prof. Pierre per incidente stradale, Maria continuando da sola le ricerche, riuscì ad isolare, nel 1910, il radio metallico.
Ella sostituì il marito nella Cattedra alla Sorbona e nel 1911, per gli indiscussi meriti, le fu conferito il Premio Nobel per la Chimica.
Durante la prima guerra mondiale Maria Curie organizzò il Servizio radiologico dell’esercito francese istituendo duecento posti fissi e allestendo vetture radiologiche.
Proposta per la Legion d’Onore, rifiutò per modestia, per ben due volte, l’onorificenza; accettò però di far parte della Commissione internazionale di Cooperazione intellettuale della Società delle Nazioni, della quale Commissione fu vice Presidente.
Morì per le conseguenze del lungo assorbimento di radiazioni da corpi radioattivi, come si è premesso, nel 1934.