Poeta (Siracusa, 1901 — Napoli, 1968).

La poesia — a dirla con gli Antichi — raramente dà pane. Così Quasimodo fu dapprima funzionario del Genio Civile in diverse città, e si stabili successivamente a Milano, dove insegnò letteratura italiana nel Conservatorio di musica.

Nel 1959 ebbe il Premio Nobel per la letteratura. Al pari di Ungaretti e di Montale, appartenne alla corrente dei “poeti ermetici”; ma le sue poesie si distinguono, in ogni caso, per la profonda umanità dei sentimenti, espressi con significativi concetti allegorici. Buon traduttore dei lirici greci (grecità feconda della sua terra sicula!) si cimentò pure nel latino e nell’inglese, con traduzioni da Virgilio e Shakespeare, nonché nel Vangelo secondo Giovanni.

Da citare due tra le sue opere più note: “Giorno dopo giorno” e “Ed è subito sera”.